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Sulle orme orientali dell’ALVI TRAIL di Alessandro tonelli

Seconda esperienza di un nuovo format che ho battezzato “ AvventurTrail”.

Questa disciplina prevede un andatura alternata fra il trekking ed il Trail, lungo sentieri e cammini tra i più prestigiosi del panorama italiano

Scarichiamo attraverso i dispositivi le tracce da percorrere e iniziamo la parte avventurosa, visto che non le abbiamo mai percorse prima.

Le distanze sono sempre importanti, quindi cerchiamo di frazionarle in base all’ospitalità che troviamo lungo il percorso .

Il totale del tracciato prevede 110 km con circa 4.000 metri di dislivello, quindi si decide di farlo in due tappe.

Si parte da Rezzoaglio, un piccolo comune situato nella provincia di Genova, porta d’ingresso del Parco Regionale d’Aveto.

Raggiungerlo non è semplice, visto che il percorso totale non prevede un anello. Dobbiamo affidarci ai mezzi pubblici.

Prima il treno Intercity che prendiamo autonomamente da due stazioni differenti, visto che il mio compagno di viaggio sale a Massa ed io a La Spezia.

Incontro alla carrozza sei, battiamo un cinque con le mani, ed inizia ufficialmente la trasferta.

 

In treno ripercorriamo velocemente gli aspetti organizzativi con la giusta dose di andrenalina che ci accompagna in questa nuova avventura.

Intanto è arrivata l’ora di pranzo quando scendiamo alla stazione di Chiavari.

Ancor prima di comprare i biglietti della corriera, sosta ad una tavola calda, dove ad attenderci c’è una generosa porzione di penne all’arrabbiata e un riso Venere condito con pomodorini e calamari. Ottimo inizio.

Raggiungiamo quindi la stazione degli autobus dove prendiamo la corriera per raggiungere Rezzoaglio. 1h e 30 minuti di tragitto.

Ci accomodiamo su due sedili posizionati contrariamente al senso di marcia e qui avviene la prima gag del nostro viaggio 😂.

Una brusca frenata dell’autista, fa planare il mio compagno addosso ad un panzer posto di fronte a noi ; vista la stazza, l’atterraggio è morbido … fortunatamente 😅.

Dopo oltre un’ora di tornanti arriviamo a Rezzoaglio. Qui il gestore dell’hotel dove alloggiamo, ci suggerisce di comunicare all’autista se ci può fermare al bivio del Lago delle Lame, visto che la struttura si raggiunge a piedi attraverso un sentiero CAI all’interno del Parco.

Abbandonati sul ciglio della strada proseguiamo alla ricerca del sentiero che ci porterà alla Locanda delle Lame ( Hotel di charme dice un cartello 🤣 ). Struttura dignitosa ma dicitura un po’ sopra le righe 😂.

Il bosco ci accoglie bene, con il sole che filtra attraverso le frasche, su un terreno morbido e piacevole da calpestare.

Mentre ci avviciniamo all’hotel dal terreno sbuca una splendida scultura di legno a forma di serpente. Foto di rito…mi sembra il minimo.

 

Dopo circa mezz’ora ci presentiamo alla Locanda. Nemmeno il tempo di fare il check in e parte il primo boccale di birra.

Breve passeggiata intorno al lago delle Lame e via in camera a farci un riposino aspettando la cena.

Al momento della doccia ecco la prima sorpresa. Non c’è acqua calda !!

Scendo in reception e mi comunicano che la caldaia è in blocco. Il disagio non è tanto la doccia ma in cucina, dove non hanno il gas per cucinare. Pazienza… bisognerà accontentarsi di un po’ d’affettato e formaggio. Siamo in un hotel lontani dal centro abitato e non c’è soluzione alternativa.

In camera inizia ad abbassarsi la temperatura… fortunatamente c’è un bel piumone 😅.

Alle 20 però cambia tutto. La caldaia torna a funzionare… i termosifoni iniziano a scaldare…ma soprattutto la cucina è pronta a sfornare una cena coi fiocchi.

Si parte con una zuppa di cipolle. A ruota una vagonata di polenta con formaggio della Valle ( autentica prelibatezza ), hamburger e patata al cartoccio.

Ci mettiamo accanto alla stufa a pallet chiacchierando con il gestore. La struttura si trova a circa 1000 metri di altitudine, affacciata sul lago e circondata da boschi.

Stiamo per raggiungere le nostre camere quando veniamo richiamati di sotto perché il cielo ha assunto un colore violaceo.

Pazzesco… assistiamo ad un evento straordinario che ha coinvolto mezza Italia.

L’AURORA BOREALE 🤩.

La figata e’ che siamo in un posto con zero inquinamento luminoso e lo spettacolo è veramente unico.

 

Giorno 1. Lago delle Lame - Castiglione Chiavarese 52 km con 1900 metri di dislivello.

Sveglia alle 6. Abbondante colazione e sotto la protezione della statua di Cupido parte il nostro Tour.

La temperatura è fresca e gradevole. Un largo sentiero in salita ci introduce nel Parco. Dopo qualche km la nostra traccia si ingarbuglia perché il sentiero entra in una parte vietata . Nel parco d’Aveto ci sono tre laghi che accolgono la riproduzione del tritone. Si entra solo in un determinato periodo dell’anno accompagnati da guardie forestali. Quindi non se ne parla… guardiamo la mappa e facciamo una breve deviazione che ci riporta sul sentiero di gara.

Il bosco è meraviglioso… lunghe salite ci portano su un altopiano dove domina un panorama fantastico. Non incontriamo nessuno ad eccezione di alcuni magnifici cavalli allo stato brado.

Intanto si sale verso il Passo dei Porciletti che rappresenta il punto più alto del percorso (1459 mt ).

 

 

Il sentiero dei popoli Celti e Liguri prosegue attraverso faggete e prati. Verso le 11 svalichiamo nella provincia di Parma e ci viene qualche dubbio subito dissipato da una bella birra fresca nel nostro classico BeerTime ( sosta ormai consolidata nei nostri viaggi )… siamo al km 22. Ne mancano ancora 30 😅.

Una lunghissima salita ci porta al monte Zappa spartiacque appenninico tra la Valle Sturla, Valle del Taro, Val Graveglia e la Val di Vara.

 

Ma non è ancora finita… c’è un ultimo strappo di quelli tosti. Su un sentiero appena accennato, bisogna raggiungere il Monte Coppello e successivamente il Passo della Biscia.

Il tempo è favoloso e i panorami lasciano senza fiato… intanto l’acqua scarseggia e purtroppo i paesini che vediamo ai lati del Passo sono troppo distanti per raggiungerli.

Sulla carta, vediamo che sono segnati dei punti acqua, ma sono praticamente delle pozze dove non è consigliabile approvvigionarsi. Durante una breve sosta però notiamo un tubo dell’acqua che termina in una vasca dove probabilmente si abbeverano gli animali. Riempiamo le borracce..non si sa mai.

Scelta non fu più azzeccata perché mancano ancora diversi km e il primo paese abitato e’ il nostro punto di arrivo.

Lo raggiungiamo dopo circa tre ore.

La prima cosa che cerchiamo è un bar ; finalmente la birra scorre fresca nella nostra gola impolverata e sofferente. Mentre siamo seduti guardiamo su GoogleMap l’ubicazione dell’ agriturismo dove alloggiamo. Si trova ancora a 2 km 😩.

Si cammina lentamente e facciamo due chiacchiere sulla cena che ci aspetta.

Linguine al pomodoro con olive taggiasche e un dolce aromatizzato alle rose. Andiamo a letto soddisfatti.

Drinnnn ⏰ ore 6 🔔.

Giorno 2. Castiglione Chiavarese - Portovenere 58 km 2200 D+

Scendiamo in strada e pronti via si trova un portafoglio. Mmmmm .. curiosiamo dentro e vediamo che è quello di una bimba. Al suo interno tessera dell’autobus e 5 €.

Ritenta e sarai più fortunato 😂.

Lo lasciamo al bar del paese e cerchiamo il sentiero che ci riporta sul percorso originale dell’Alvi Trail.

I primi 10 km sono abbastanza deprimenti. Sentieri sporchi, zecche in agguato e tanto asfalto. La gara originale partirà tra un mese, quindi ci sarà bisogno di una bella pulizia !

Raggiungiamo il santuario di Velva e a seguire il Monte Arpecella. I segni bianco rossi del sentiero sono appena accennati e così usciamo dalla traccia immergendoci tra rovi, arbusti e foglie scivolose. Tombola ! Ci siamo persi 😩.

Vediamo sotto di noi la statale che dobbiamo attraversare e proviamo un dritto per dritto sperando di raggiungerla. Niente da fare !

I graffi su gambe e braccia iniziano ad innervosirci così optiamo per la cosa migliore da fare in questi casi. Torniamo indietro.

Perdiamo all’incirca mezz’ora, ma ne è valsa la pena. Direzione Framura.

 

 

Altro pezzo di asfalto sino a Bonassola. Il sole picchia di brutto ma già pregustiamo la sosta che ci attende al Santuario di Soviore sopra Monterosso al Mare.

Entriamo in territori a noi conosciuti. Non c’è più bisogno di seguire la traccia gps. L’Alta Via dei Monti liguri sarà strepitosa fino a destinazione.

Intorno alle 14 BeerTime 🍺, panino con bresaola e una banana. Si riparte.

Dopo circa 5 ore spunta il promontorio di Portovenere e l’isola Palmaria.

 

 

Scendiamo velocemente le scale che dal Castello ci portano in piazzetta. Li ad attenderci Cristina e Patrizia. Foto di rito e abbraccio finale.

 

Un altra bellissima esperienza dopo la Via degli Dei. Ci abbiamo preso gusto ormai.

A tavola si parla già del prossimo progetto: La Via Vandelli da Modena a Massa lungo gli Appennini. Le signore ci dicono di piantarla e quindi a quel punto ci avventiamo sullo strepitoso menu’ a base di pesce che ci propone l’amico Massimo della Trattoria Il Centro a Cadimare.

 

 

Un ultimo brindisi, un nuovo sogno … e la vita continua.

Tags: Trail, Tonelli

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