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Sulle tracce della "Nevidio Casarosa" di Andrea Pelleriti

Sono pronto per una nuova avventura Trail running sui monti pisani. Stavolta voglio ripercorrere qualche sentiero che un tempo fu solcato dai partigiani della formazione Casarosa. Una importante, intensa e dolorosa pagina di storia che sembra lontana, una pagina da non dimenticare.

La partenza è dalla pieve di Calci con la sua facciata in stile pisano ed il campanile incompiuto che per la possente base quadrangolare, si pensa sia quanto resta di un’antica torre difensiva o di avvistamento, le cui fondazioni potrebbero essere ancora sotto il livello stradale.

Nella seconda metà di maggio 1944, insieme ad un primo nucleo di uomini appartenenti alle squadre d’azione, riuniti sui monti pisani dal giovane Martini Uliano, ad Asciano, si venne costituendo il distaccamento “Nevidio Casarosa” che iniziò la sua attività ai primi di giugno. La formazione aveva elementi della Democrazia Cristiana ed apolitici, ma sopratutto un considerevole numero di Comunisti. Dall’occupazione iniziale dei contrafforti sud dei monti di Asciano, la formazione si spostò a nord del Monte Faeta, sede di una dei settori con cui la zona era stata divisa. Il monte Faeta è proprio la meta di oggi.

La salita è per il sentiero 131 e la forestale fino a Foce di Calci (484 m slm), poi un bel single track fino a Campo di Croce (612 m slm) dove c’è qualche cm di neve che rende più suggestivo il bosco. Fa freddo, siamo, sudati pertanto la sosta è il tempo necessario per confermare che si vuol proseguire per raggiungere la vetta del Faeta.

Campo di croce il 4 luglio 1944 fu zona di un’azione partigiana. Infatti, una squadra di 8 uomini del Settore dei monti di Calci attacca una pattuglia tedesca di 12 uomini. Nell’imboscata rimasero uccisi 1 ufficiale e 2 soldati tedeschi, mentre gli altri se la dettero a gambe nel bosco e la scamparono.

Da campo di croce la salita in vetta è per un single track fino al laghetto artificiale, poi per la carrabile, tutta corribile, ed infine, gli ultimi 100 metri per la parte finale del vertical che è ghiacciato.

Sono in vetta!

Cima Monte Faeta, 830 m slm, da cui il panorama è ancora una volta stupendo. Le immancabili foto di rito e via… Si rientra.

Chissà che pensieri avranno avuto i partigiani su questa cima, sede del comando, con un panorama così bello ma funestato dalla guerra! La zona circostante fu anche oggetto di pesanti rastrellamenti tedeschi, sostenuti dalle brigate nere di santa Maria del Giudice, nell’agosto del 1944, effettuati per cercare di catturare non solo i membri di questa formazione ma anche i suoi sostenitori. Sicuramente, in quel periodo, ogni momento era frenetico, il tempo interamente dedicato ad organizzare la difesa della popolazione locale, trovare cibo, pensare ad azioni d’attacco per sconfiggere i tedeschi. Non penso ci sia stato tempo per soffermarsi ad ammirare il panorama; ora possiamo farlo grazie al loro impegno e sacrificio.

Il Comando della Formazione ha avuto sede proprio, sul Monte Faeta, fino al 2 agosto 1944, poi sul Monte Pruno dove vorrò andare in una delle prossime uscite, fino al 10 agosto e, poi, di nuovo sul Faeta fino alla liberazione che, senza i nostri partigiani, senza dubbio sarebbe stata più difficoltosa.

La discesa è divertente, scivolosa e veloce per il sentiero Lavinia che nella parte alta è parecchio ripido. In due balletti siamo nuovamente a Foce di Calci e per un sentiero diverso rispetto a quello corso a salire siamo nuovamente in Paese.

Che bel giro!

Grazie Cristina che ci hai fatto conoscere questi sentieri.

Ma chi era Casarosa? Un giovane falegname di Calcinaia, uno sportivo come me e tanti di noi, ma sopratutto il comandante di una formazione GAP. Si era scontrato con reparti di nazisti in località Badia di Pontedera, nei pressi di Cascina, perdendo la vita. Oltre che per il suo coraggio, Casarosa era molto conosciuto proprio per la sua passione per gli sport; così nell’immediato dopoguerra, al valoroso gappista, sono stati intitolati il velodromo di Fornacette e il circolo sportivo di Calcinaia.

Alla prossima!

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Tags: GirisuiMonti, pellerun

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