Scritto da pellerun. Pubblicato in Giretti sui monti
Oggi, nella prima giornata arcobaleno del 2021 … arancioni x allerta neve a bassa quota, gialli per allerta rischio idrogeologico, rossi per contenimento covid, non mi son fatto mancare un bel trail tra nevischio, pioggia, qualche lampo a illuminare il sentiero con la compagnia musicale dei tuoni, tanto fango, belle discese divertenti che ho corso di gusto e bei panorami avvolti molto spesso nelle nuvole basse e rimasti impressi nella mia memoria perché pioveva talmente tanto che non mi sono fermato a fotografarli.
Dallo splendido Nozzano Castello rotta su la Torre dell’Aquila , tratto finale (o iniziale) dello 00 che un giorno farò tutto d’un fiato !
La torre conosciuta anche col nome di Torre Segata si trova su un colle (144 m slm) sopra Castiglioncello in un punto strategico sul confine tra Lucca e Pisa. A base esagonale, eretta con pietre riquadrate, in un punto strategico di vedetta, probabilmente da un bravo architetto (come dimostrano i muri rimasti belli robusti). Come tutti i luoghi di confine ha vissuto momenti turbolenti non a caso è “segata” … dopo la caduta di Pisa per mano dei fiorentini , furono ristabiliti i confini delle città rivali e, manco a farlo apposta, quello tra Lucca e Pisa passava proprio in mezzo alla torre !
Dentro la base, tra l’altro, è ancora visibile la pietra che lo testimonia!
I pisani non vollero intatta la loro metà perché temevano finisse in mano ai lucchesi e, allora, decisero di demolire la loro porzione ! Era più o meno il 1350 e da allora non si chiama più dell’Aquila ma Segata.
Per chi fosse curioso, le belle pietre squadrate della meta abbattuta si dice siano state usate per costruire la chiesa di Filettole.
Ho sostato solo pochi minuti sotto la torre perché nei giorni di bufera, come oggi, sembra che prima che scocchi la folgore, appaia lo spettro di un soldato con la testa mozzata e una lancia in mano … chi riesce a vederlo, nell’attimo della folgore, senza rimanere impaurito dall’aspetto terrificante, e riesce a cogliere dove punta la lancia, potrebbe scovare un tesoro di ingente valore. Io, purtroppo, temo le folgori e poiché il tempo era veramente pessimo, ho proseguito il mio percorso, correndo sotto la cima del monte Bozzi prima e Niquila poi , per tagliare, infine, il fosso delle Cavine e, tramite un single track, in discesa molto divertente, fangoso e attraversato, nella parte centrale, da un bel rigolo d’acqua, sono arrivato a Balbano.
Imperversava il temporale e proseguire non era prudente, secondo me. Da Balbano a Nozzano per la via asfaltata e la testa che elaborava nuove esplorazioni in zona … perché ci sono ancora dei sentieri che voglio percorrere …
A Nozzano Castello sotto un bella nevicata mi sono goduto il giro del Castello prima di rientrare alla base.
Alla prossima, restate sintonizzati, siamo solo all’inizio dell’anno …
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Scritto da Pellerun. Pubblicato in Giretti sui monti
Un bel giro, divertente, allenante, in alcuni tratti panoramico è quello che, partendo da San Lorenzo a vaccoli, percorrendo la via dei bovi, permette di arrivare alle Croci di Vaccoli e da lì, percorrendo il sentiero 00 , arrivare all’Eremo della Spelonca prima e a passo di Dante poi.
La via dei bovi sale nella valle del Rio di Vaccoli tra il monte le Croci e il Penna. È molto verde, con dei tratti in cui si cammina in una stupenda galleria naturale di alberi caduti.
È la via che percorreva spesso anche il pastore Giuseppe, un pastore che viveva verso i 4 venti. Una sera, mentre tornava a casa, proprio sotto il monte Penna vide un agnellino. Pensò fosse uno dei suoi, anche se non si capacitava come fosse finito così distante da casa, e così, se lo mise sulle spalle e iniziò a salire il sentiero. Più Giuseppe saliva, più il peso sulle spalle aumentava ed aumentò così tanto che fu costretto a farlo scendere. Come l’agnello ebbe le zampe a terra scappò via veloce scomparendo nel buio con una risata beffarda… Fu uno scherzo del Linchetto che si aggira in quella zona!
Arrivato alla croce di vaccoli, ho preso lo 00 in direzione monte Aguzzo, monte Pervia, Le Cimette, monte Cupola, fino all’Eremo e alla grotta di Spelonca. Un percorso che un tempo fu camminato(io corso, ma lui non era allenato ) anche dal Diavolo che, senza saperlo, si trovo all’improvviso davanti proprio l’eremo della Spelonca. Io, giunto lì, mi sono fermato per osservare la cappellina, per vedere le vasche intagliate nella roccia che forse fungevano da fonte battesimale e fare qualche foto.
Lui, il diavolo, invece, se la diede a gambe finendo in un rovo di more che si coprirono di muffa! Era l’11 ottobre di un anno che fu e da allora, infatti, se vogliamo cogliere le more ancora dolci e buone dobbiamo farlo prima dell’11 ottobre perché dopo quella data si coprono di ragnatele e diventano acide… Provare per credere
Dall’eremo, proseguendo si arriva a passo croce.
Da qui, si può proseguire a passo di Dante o scendere a Cotro(sobborgo di Santa Maria del Giudice). Scendendo a Cotro, come ho fatto in una delle mie escursioni Trail, si percorre un sentiero dove si narra si trovi una misteriosa “ciampata“. È l’impronta di dello zoccolo di una mucca su una pietra. Gli anziani del posto raccontano, ancora oggi, che sia stato lasciato da una vacca d’oro che è stata nascosta da quelle parti. Scendendo ho guardato attentamente ma anche io, come molti che hanno cercato di trovarla, non ho visto niente!
Alla prossima!
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