da Sasso Marconi (BO) a Filattiera (MS) di Pietro Leoncini
Difficile descrivere un viaggio di 7 giorni, descriverne i sentieri percorsi, i paesaggi, i profumi, le mille emozioni provare durante tutto lungo il cammino che mi ha portato da Sasso Marconi a Filattiera 240 km e 13.000 metri D+.
Giorno 1
Parto da Pisa alle ore 6 con un passaggio trovato su BlaBlaCar con 10 euro. Mi faccio lasciare a Sasso Marconi appena fuori dalla autostrada e mi incammino sulla Via degli Dei. L'idea è quella di pernottare presso il B&B Romani, gestito da Elisa, che conosco già per la sua ospitalità.
Arrivo alla fine della prima tappa a Madonna dei Fornelli nel primo pomeriggio.
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Giorno 2
Parto sul presto, dopo un ottima colazione. Fermarsi da Elisa non ti sbagli mai. Cena, pernotto e colazione, 35 euro. Sempre percorrendo la Via degli Dei, cammino sopra la vecchia Flaminia Militare della Roma Antica, arrivo al Passo della Futa dove incrocio la GEA (Grande Escursione Appenninica).
I sentieri diventano meno frequentati e per questo un po' più chiusi, con rovi e ortiche a impedire un passaggio facile. Arrivo a Montepiano e mi concedo un panino e una birretta.
L'idea sarebbe di fermarmi in un agriturismo qui vicino, ma mentre mi avvicino sento un gran baccano. Il posto è bellissimo ma per me c'è troppa gente e confusione, e decido di proseguire.
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A metà pomeriggio mi ritrovo in mezzo al bosco con la GEA che mi porta decisamente verso SUD. Mi sto addentrando in un zona selvaggia fatta di sentieri rocciosi in cresta che si alternano a sottobosco. Incrocio spesso il cartelli dell'Ecomarcia “da Piazza a Piazza”.
La stanchezza si fa sentire e cado rompendo uno dei due bastoncini. Dopo pochi metri ricado. Il morale accusa le due cadute e ho voglia di fermami. Studio la mappa e mi trovo troppo distante da qualsiasi struttura di accoglienza. Mi viene in mente di contattare Gabriele, gli mando la mia posizione GPS. Mi viene in soccorso dicendomi che davanti a me a pochi km di distanza c'è il rifugio Pacini con sorgente di acqua e bivacco disponibile per la notte. Mi consiglia di stare tranquillo e di proseguire con calma.
Arrivo provato al rifugio. Ceno con quello che ho, mi lavo alla meglio e mi addormento di botto all'interno del bivacco.
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Giorno 3
Dopo la tirata di ieri, oggi ho molti km in meno da fare. Mi sveglio con calma, faccio colazione con due biscotti. Lascio 5 euro di offerta nella cassetta del rifugio, per una tavola di legno senza materasso credo siano più che sufficienti. Sono solo da ieri mattina e non parlo con nessuno da quando ho lasciato Madonna dei Fornelli. La sensazione di solitudine mi appaga. Il rumore di sottofondo che io miei piedi creano calpestando i sentieri mi fa compagnia fino a un ristorante immerso nel bosco appena prima di Passo della Collina. Mi faccio fare un panino e mi scolo una birretta.
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Sono sul sentiero GEA, e anche su tratto che percorre il famoso Trail del Malandrino.
Arrivo a Pracchia a metà del pomeriggio e decido di trattarmi bene. Mi prendo una camera all'albergo ristorante Melini. Salgo in camera e dopo la doccia mi accordo di avere 6 piccole zecche dietro le ginocchia. Usando del disinfettante e tanta delicatezza riesco ad asportare le piccole bastarde. E' ancora presto per la cena, allora esco e vado a fare aperitivo al locale bar proloco. Schiacciata e birretta.
A cena mi preparano un piatto di spaghetti aglio olio e peperoncino buonissimo, un secondo di verdura e formaggi grigliati, mezzo litro di vino della casa (pagato 5 euro, cazzo), un litro di acqua gassata e cantiuccini con vin santo. Totale spesa 45 per la notte più colazione, 15 la cena e 11 euro gli extra. Totale 71. Un po' deluso dalla colazione ma va bene così, in zona non c'è alternative.
Vado a nanna. Domani mi raggiungerà Gabriele e proseguiremo il viaggio in coppia.
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Giorno 4
Prima di lasciare l'albergo faccio un'abbondante colazione, dopodiché mi reco alla stazione ad aspettare Gabriele. Alle 9:15 siamo in cammino e attacchiamo la lunga salita che ci porterà sul crinale degli appennini per poi percorrere l'intero 0-0 fino a Filattiera. Dopo tre giorni di camminate in solitudine ora ho compagnia e per un ora chiacchiero a raffica, Gabriele se la ride e si accorge della mia insolita loquacità. Arriviamo al Lago Scafaiolo nel primo pomeriggio. Al locale Rifugio ci prendiamo una polenta con formaggio e una birretta.
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Riprendiamo il cammino in mezzo alle nuvole toccando Croce Arcana, Cima Tauffi, Monte Lancino, Monte Lancio e Libro Aperto.
Qui decidiamo di deviare dallo 0-0, che porterebbe all'Abetone, per prendere l'Alta Via dei Parchi e scendere al Boscolungo. Telefoniamo all'ostello ma è pieno e ci dirottano all'Hotel Primula che con 90 euro ci fornisce cena, pernotto e colazione in due. Direi ottimo rapporto qualità prezzo. Alle 22 siamo già a ronfare con la pancia piena.
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Giorno 5
Alle 7:30 riprendiamo il viaggio. Saliamo lungo un sentiero che ci porta, attraverso un bellissimo bosco, prima al lago Nero e poi di nuovo in quota sulla GEA.
Saliamo sul monte Alpe Tre Potenze a 1940 metri slm e lungo la cresta e lo 0-0 raggiungiamo il monte Giovo a 1991 metri slm, Qui ci fermiamo a fare pranzo con in viveri che abbiamo.
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Lo zaino da 10 kg e i sentieri esposti e ripidi non ci permettono un andatura spedita, ma i paesaggi e gli scorci su entrambi i lati dell'appennino ci riempiono gli occhi e lo spirito.
Alterniamo Grande Escursione Appenninica ad Alta Via dei Parchi a 0-0. E proprio in una di queste alternanze sulla Cima dell'Omo avviene una cosa incredibile, trovo Gianvincenzo, collega di lavoro appena trasferito dalla Prefettura di Pisa a quella di Livorno. Devo ammettere che questo inaspettato, quanto piacevole incontro, mi ha emozionato tantissimo.
Decidiamo di terminare la giornata alle 18 al passo delle Radici. La prima cosa che facciamo è merenda con un panino e una birretta. Poi prenotiamo pernotto cena e colazione al Rifugio Lunardi. Il tutto a 138 euro per due persone. Un prezzo un po' diverso da l'Albergo Primula, ma così è.
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Giorno 6
Con molta calma alle 9:15 siamo in cammino. Sempre sullo 0-0 e sempre cercando di rimanere in quota il più possibile tocchiamo varie cime la più alta è il Monte Prado 2054 metri slm.
Qui facciamo una lunga pausa. Il sole picchia forte e accusiamo i primi problemi di idratazione e scottature.
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Dal Monte Prado al Passo Pradarena il sentiero spiana un po' e il passo aumenta.
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Dopo Passo Pradarena, decidiamo di andare a cena al Cerreto Laghi, e cosi deviamo sul sentiero 649 c.
Al lago ci prendiamo una bella pizza e una birretta.
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Se vogliamo terminare il viaggio dobbiamo sforzarci di fare altri chilometri e cosi facciamo fino a notte fonda dove di fermiamo a dormire vicino al bivacco Ghaccioni, io in amaca e Gabry in tenda.
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Giorno 7
Questa è stata la tappa più bella ma anche la più sottovalutata, almeno da me.
Ci svegliamo alle 5, smontiamo il campo e alle 5:45 siamo operativi.
Saliamo prima al lago di Monte Acuto dove al rifugio Sarzana Gabriele fa il pieno di acqua e io no, sperando di trovarne alla diga di Lagastrello, ma così non sarà. Questo errore lo pagheremo molto caro entrambi.
Al bivio sul sentiero a Passo Sasseda, dobbiamo decidere se scendere lungo l'Alta Via dei Parchi, passando da lago scuro e alcuni rifugi oppure rimanere sulla GEA, dove non incontreremo alcun punto acqua. Purtroppo scegliamo la seconda.
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Saliamo e scendiamo in continuazione. Il passo è rallentato dal peso dello zaino, ma anche dai sentieri molto difficili. Ma la cosa che ci rallenta di più è la paura di rimanere senza acqua. Il sole picchia sempre più forte e la disidratazione è un pericolo molto reale.
Ci sarebbero delle deviazioni da fare per scendere di quota e trovare delle sorgenti, ma lasciare lo 0-0 e quindi la cresta mi sa di sconfitta. Molto lentamente ci facciamo tutto lo 0-0 e tutte le cime che troviamo. M. Bragalata 1856 mslm, M.Sillara 1859 mlsm, M.Matto 1837 mslm, e finalmente il Monte Aquila, appena dopo troviamo il passo dell'Aquila, da qui prendiamo il sentiero 124 che ci porta alla Baita Porcili.
Vicino alla baita sgorga una sorgente, ci dissetiamo a dovere. Poco dopo al Passo della Colletta troviamo Alvaro(mio babbo), preventivamente avvisato, che ci sfama con una buonissima torta salata fatta in casa e una birretta. A me regala anche un medaglia commemorativa di questo viaggio molto carina.
Per arrivare veramente a Filattiera mancherebbero ancora 8/10 km di asfalto. Io e Gabriele siamo soddisfatti di quello che abbiamo fatto e accettiamo il passaggio in macchina offerto da “Santo” Alvaro
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A casa di mia nonna ci facciamo una doccia veloce. Salutiamo tutti e prendiamo il treno delle 18:30 per Pisa.
Alla stazione scopro che mi hanno rubato la bicicletta, e Gabriele, anche se stremato, si offre di portarmi a casa in macchina.
L'avventura finisce qui. Due amici che si salutano con semplice e profondo “Ciao alla Prossima.....”
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