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Via della Lana e della Seta 2020 di Pietro Leoncini

Via della Lana e della Seta – da Bologna a Prato

Doveva essere un viaggio con mia mamma, ma si è trasformato in un’avventura in solitario. Forse la lunghezza della via, 130 km, e relativo dislivello, oltre 6.000 metri D+, l’hanno fatta desistere. Pazienza, ci saranno altre occasioni.

Giorno 1 – Bologna / Sasso Marconi prima tappa. 23 km poco dislivello.

Sono le 5 di mercoledì 17 giugno. Parto da casa a piedi e attraversando la città raggiungendo la stazione. Incrocio varie persone, chi deve ancora andare a letto e chi invece sta iniziando la giornata. Il mio treno parte alle 5.53. Farò scalo a Firenze e Prato per arrivare a Bologna alle ore 8.30 circa.

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La partenza ufficiale è da p.zza Maggiore, foto di rito e si inizia il cammino.

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Seguendo la guida e la traccia gps è impossibile perdersi, invece anche senza la presenza di Gabriele Ianett mi ritrovo nel vecchio ghetto ebraico e smarrisco la strada. Riesco a trovare via Oberdan, fino ad incrociare il canale di Reno. Da lì si costeggia tutto fino ad arrivare alla Chiusa di Casalecchio di Reno. Prima di proseguire vi consiglio di entrare in Via Giordani, da li troverete un sentiero che vi porterà proprio a pochi metri dalla chiusa, ne vale la pena. Senza fare troppo rumore, in quanto vicino a delle case, in questa area si potrebbe passare la notte in bivacco, se si arriva a Bologna nel pomeriggio, anziché la mattina.

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Ritorno sui miei passi. Attraverso il parco sotto San Luca. Passo davanti a Villa Sampieri-Talon, per poi proseguire lungo fiume, fino a trovare un ponte in ferro che lo attraversa.

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La Via si fa un po' noiosa per i miei gusti. Asfalto e paesaggio piatto. All’improvviso la Via ti porta dentro Palazzo Rossi, bellissimo e ti fa riattraversare il fiume Reno sul Ponte di Vizzano degli anni 30, affascinante.

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Questo tratto è in comune con la Via degli Dei. Il mio consiglio per arrivare a Sasso Marconi è salire a Mugnano di Sopra e poi ridiscendere. Io purtroppo ho fatto la provinciale e l’ho trovata molto pericolosa, la SCONSIGLIO.

Comunque a poche decine di metri dal ponte della A1 si scatena un acquazzone. Mi riparo e aspetto che finisca. Nel frattempo faccio il punto della situazione. Sono stanco. Affamato. E dormire nel bosco dopo tanta pioggia non fa per me. Mi prenoto una mezza pensione all’Hotel Ristorante “La bettola”, che tanto bettola non è. 45 euro per la camera+colazione e 42 per la cena, menu alla carta, forse potevo spendere meno. Totale 87 euro. Caro, ma secondo me ne valeva la pena. Domito e mangiato ottimamente.

Giorno 2 – Sasso Marconi / sotto il monte Vigese seconda tappa e prima metà della terza. 38 km parecchio dislivello.

Mi preparo con lo zaino già pronto. Faccio colazione alle 7.30 e alle 8 sono in cammino. Pure qui la Via ti porta sulla provincia, stretta e pericolosa. La SCONSIGLIO. Forse è meglio passare da Sella di Monte Mario e poi scendere da Battedizzo.

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Comunque riesco a raggiungere Sirano e finalmente tocco il bosco e i sentieri che piacciono a me. Inizia anche una bella salitona fino a Monte Bacco.

Sul crinale si alterna strada asfaltata a carrarecce e sentieri. Si percorre in parte la ciclovia della Memoria. Nei pressi di Nuvoleto mi fermo a fare merenda.

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Devio dalla traccia ufficiale per salire sul monte Sole. Il panorama merita.

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Scendo e mi trovo davanti il Monte Caprara con le suo opere difensive tedesche. La cartellonistica dice che per fare tutto il giro ci voglio 2 ore. Lascio lo zaino nascosto nell’erba e decido di seguire le indicazioni. Qui si trovano vecchie trincee e acquartieramenti tedeschi, siamo sulla linea gotica. In meno di 40 minuti risono sulla Via.

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Dopo poche centinaia di metro trovo i ruderi di Caprara di Sopra.

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Alla Scuola di Pace mi faccio riempire le borracce d’acqua. Proseguo e trovo molti ceppi commemorativi degli eccidi che si sono consumati durante la guerra.

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Monte Salvaro, dove regna il pino silvestre e poi tutta discesa fino a Grizzano Morandi, dove mi fermo verso le 15. Al primo bar che incontro mi faccio fare un panino, mi bevo una bella birretta. In paese c’è un’alimentari, dove compro qualcosa da mangiare e da bere per stasera a cena. Decido di proseguire fino a che ho voglia o non trovo un posto che mi ispira per dormire in amaca. Faccio il pieno d’acqua alla fontanella davanti alla chiesa e riprendo il mio cammino. Proseguo tra asfalto e sentieri. Incrocio anche un sito etrusco che vado a vedere, ma è pieno di erbacce non si capisce bene dove siamo i ruderi.

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Più avanti, sotto il monte Vigese trovo un bel posticino dove montare l’amaca. Mi rilasso, mangio, bevo e mi addormento come un sasso.

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Giorno 3 – sotto il monte Vigese / Vernio seconda metà della terza tappa e tutta la quarta. 32 km un bel po' di dislivello.

Mi sveglia un raggio di sole che attraversa i rami degli alberi.

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Smonto tutto e proseguo. Arrivo a Burzanella, ma il minimarket apre alle 8.30, e dovrei aspettare più di un’ora. Decido di proseguire. Appena prima di lasciare l’asfalto per il sentiero, vedo una signora che sta spazzando le scale di casa. Saluto con il buongiorno. Lei contraccambia e mi offre un caffè……che culo…..mi fermo al volo. Mi porta anche dei buonissimi biscotti. Lei è Viviana. Sopravvissuta ai rastrellamenti tedeschi. Il padre è stato fucilato dalla SS, assieme ai vicini di casa, per una presunta miccia per dinamite trovata nel suo fienile. (eccidio di Burzanella) Mi racconta della sua vita, si commuove, io trattengo le lacrime a stento. Ci raggiunge anche la cognata Fernanda. Rimango a parlare con loro per più di un’ora. Grazie Viviana. Grazie Fernanda. Dei mille ricordi in 130 km questo sarà il più emozionante.

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Con il cuore a mille e la pancia piena, riprendo il mio cammino. Attraverso campi coltivati di grano e alcuni boschi meravigliosi. Appena prima di Castiglione di Pepoli seguo le indicazioni della Via anziché il gps che ti fa passare lungo il lago di S. Maria. Pazienza. In paese mangio, faccio il pieno delle borracce e proseguo.

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Inizia una breve ma intensa salita che mi porta al Rifugio Ranuzzi –Segni, che a causa del coronavirus è completamente chiuso, anche il bivacco e pure la fontanella non butta acqua. Meno male che le tirate d’orecchio dello Ianett sono servite……ho fatto il pieno a Castiglione.

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La Via scende fino a Rasora, dove spero di trovare il circolo aperte…..invece è chiuso. Rifaccio acqua davanti alla chiesa e proseguo. Il Cammino si fa più umido e attraverso spesso ruscelli carichi d’acqua. Ci starebbe anche un bel bagnetto, ma proseguo. Incrocio l’Alta Via dei Parchi e in breve raggiungo Montepiano.

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Qui mi fermo a mangiare un panino e bere una birretta. Esco dal bar e incontro per la prima volta due camminatori. Sono Stefano e sua moglie, da Torino. Dopo due chiacchiere decido di prenotare nello stesso b&b. Ci incamminiamo assieme, e per un breve tratto abbiamo lo stesso passo. Parliamo del più e del meno. Dopo poco ci perdiamo di vista e ci ritroveremo direttamente al b&b. Ceniamo tutti assieme e poi a nanna. B&b Il Pozzo di Celle, 45 euro notte, cena e colazione.

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Giorno 4 – Vernio / Prato quinta e sesta tappa. 27 km poco dislivello, tanta discesa

Mi sveglio abbastanza presto. Faccio colazione e finisco appena i miei compagni iniziano. Forse è il caso di proseguire ognuno con il proprio ritmo. Parto ed è subito salita. In una quarantina di minuti sono in cresta sul sentiero 20 nel bel mezzo del complesso demaniale Calvana. Si alterna bosco a pratoni al sole. Non scendo a Vaiano, anche se ci sono le indicazioni. Rimanendo in quota anziché 40 km per arrivare a Prato ne faccio 27. Raggiungo Monte Maggiore, mi fermo poco perché trovo tantissima gente e pure chiassosa. Raggiungo il memoriale di Valibona. Piatto “Birbone” e birretta. Mangio all’ombra di un albero. Mi rilasso.

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Dopo una mezz’ora, riprendo il mio cammino. Da qui è tutta discesa lungo un torrente in secca.

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Raggiungo la ciclabile e la chiusa sul Bisenzio. Foto di tiro. Ho un caldo bestia e mi aspettano diversi km al sole. Non vado in città, ma direttamente in stazione. Prima però mi concedo un altro spuntino.

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Avviso Lara che sarò alla stazione per le 17:30. Siamo in 5 in macchina e dopo 4 giorni di poche parole vengo investito dal chiacchiericcio. Rimando stordito. Mi ci vorranno un paio di giorni per riabituarmi alla frenetica vita di tutti i giorni

A presto Pietro

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Tags: Leoncini, GirisuiMonti

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