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Tor des Geants - Pensieri, paure, soluzioni di Fabiano Picco

Questo non è un racconto di qualcosa di fatto.

Questo è un pensiero, in attesa di qualcosa che verrà, è un esternazione delle mie emozioni in attesa della sfida, è un dare nome e cognome alle mie paure e ai miei sforzi per affrontarle.

 

TDG – 330 km e 24000 D+

Numeri incredibili, non è possibile fare una gara così lunga…

Fare un dislivello del genere è praticamente come fare l’Everest per 3 volte su e giù partendo dal mare.

Che poi dipende dove leggi le info della gara, sulla scheda dell’evento si parla anche di 350 km e di 30.879 metri di dislivello… che sbagliare la valutazione di 7000 metri di dislivello non è uno scherzo… facciamo quasi un altro K2 dopo aver finito i 24.000…

Pace.

Ormai mi sono iscritto.

Bravo.

Bravo, sì…

 

Ora il problema è capire quali sono le cose da gestire in una gara del genere. Non si può partire allo sbaraglio, con maglietta e pantaloncini e via. Se si ha freddo si avrà freddo a lungo, se ci si fa male non si può zoppicare per 300 km, se ci si stanca non si può andare a dormire che l’indomani starò meglio.

Eh, sì, perché non è previsto il riposo. O meglio, è una gara senza soste prestabilite, si parte la domenica e si deve arrivare entro sabato, correndo/camminando/trascinandosi giorno e notte, fermandosi magari a mangiare e a dormire ogni tanto 2 ore, ma hai 150 ore per arrivare in fondo e sinceramente non sono molte…6 giorni, 6 notti, 6 ore… 666…

Caghetta, eh?

Bhe, anche quella devi farla nelle tue pause, dopo devi andare avanti, ci sono 150 ore in tutto, caghetta compresa.

L’assistenza della gara è di tre tipi:

  • 1) mangiare e bere, li trovi ogni 8-10 km circa, quindi non mi sembra un grosso problema, ci si porta qualcosa in più nello zaino per eventuali emergenze/esigenze particolari e via. Già mi ci vedo, con la canotta, la macchia di sugo sul petto, lo stuzzicadenti in bocca che trotterello dopo aver mangiato, sul Monte Rosa

  • 2) la tua sacca del cambio, la trovi ogni 50 km, ci metti dentro tutto quello che potrebbe servirti, e anche quello che hai già usato, quindi vestiti puliti e sporchi, scarpe di ricambio power bank, creme, accappatoio, sacco a pelo, foto del tuo cane… tutto in 40 litri di borsone, quindi devi sfruttare al massimo gli spazi e limitare quello che pensi di portare. Qui devi tenere anche quello che normalmente non porti in gara, tipo ramponcini o piumino, che potrebbero servirti in casi di meteo avverso. Una bomba di puzza e schifo che mia moglie incenerirà con il lanciafiamme, sulla soglia di casa prima che io riesca a portarla dentro

  • 3) servizio di fisioterapia e di medico, ce ne sono spesso, tipo ogni 15-20 km. Praticamente vado in Valle d’Aosta a fare le terme. Spero di non averne bisogno, ma dà sicurezza.

Se piove? Ti bagni. Devi tener conto che non puoi stare bagnato, passi dai 300 metri di altitudine ai 3300, ci sono posti in cui se sei bagnato non importa e posti in cui devi essere bello coperto e caldo mentre procedi. Gli strati in più o di cambio li tieni nello zaino, asciutti possibilmente. Stai attento a non scivolare. Poi quando arrivi al borsone in base vita devi cambiarti e mettere ad asciugare tutto. Non accenniamo alla neve, che spesso si vede in questa gara.

Se hai mal di pancia? Fermati dietro una roccia per alleggerirti, o mangia o tieni duro che passa.

Vesciche? Distorsioni? Contratture? Bhe… tocca tenersele fino alla fine, se sono troppo gravi da non poter nemmeno camminare devi ritirarti e ciao-ciao gara. In una gara di 50 km se hai subìto una leggera contrattura torni a casa, ti fai un bel massaggio, gamba alta, riposo, dormita e l’indomani sei fresco, magari zoppichi leggermente ma vai come un treno in tempo 0. Qui con una contrattura dopo 50 km ti dai una mano di bianco e una di crema, dissimuli, e procedi per altri 300 km. Si notano subito quelli con le contratture perché sono pitturati di bianco, penso...

Sonno… bhe quest’anno sembra si possa dormire solo alle basi vita, quindi ogni 15-20 ore ci si può coricare quelle 2 orette, i fighissimi non lo fanno, ma io cercherò di farlo sempre, quello che si riesce. Le tappe in realtà sono 7, da farsi in 6 giorni, quindi in 6 giorni devi “guadagnarne uno”, le giornate non saranno di 24 ore ma di 20 (pause comprese) e pian piano la notte diventa il giorno e il giorno diventa notte. Si dormicchia con la luce e si trotta con il buio…

Con il sonno non si scherza, è qui che questa gara si differenzia da quelle più corte: quando hai sonno sei meno lucido e avanzi in modo incerto e lento. E poi ad un certo punto partono le allucinazioni. Ci si diverte, insomma.

Quando vai più piano e sei stanco il tuo corpo lavora peggio, hai difficoltà a scaldarti, le periferie hanno meno sangue.

In base vita devi ricordarti di te e di tutto quello che ti serve: mangiare, bere, dormire, cacca, ricaricare il cellulare, ricaricare la torcia frontale (sui sentieri non c’è illuminazione pubblica, se ti si spegne la frontale sei al buissimo), metterti creme, gel, trucco e parrucco, magari una doccia, magari devi sistemare un bendaggio, chiamare a casa, fare la cacca l’ho già detto ma è bene ricordarsene, che cacare a 3000 mslm con il vento e senza un cespuglio manco a pagarlo per la privacy non deve essere il massimo.

Sul sentiero, per fortuna, devi solo ricordarti di divertirti e goderti il panorama.

Buttandola sullo spirituale, devo:

  • - curare il mio corpo, per evitare che mi dia problemi e che si rompa qualcosa

  • - curare la mia mente, devo essere determinato e sicuro che ce la posso fare

  • - curare la mia anima, godendomi quella che sarà sicuramente una figata

Insomma: l’ultratrail è una grossa mangiata, con della corsa in mezzo.

E quindi il 12 settembre c’è il Tor des Geants, in Valle d’Aosta. Alle 10:00 parto e mi faccio 6 giorni e 6 ore di “passeggiate” sui monti. Pettorale 344.

Tags: Trail, Picco

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