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Cro Magnon 2017 di Pietro Leoncini

Cro Magnon 2017

Per me questa è la gara dell’anno. Ci tengo molto a finirla. Come per la Abbots Way, il Cro Magnon parte da un posto A e arriva ad un posto B, un viaggio vero e proprio. Da Limone Piemonte a Menton attraversando le Alpi Marittime per 115 km e 7000 d+.

Io e Gabriele ci iscriviamo appena aprono le iscrizioni, Francesco Bellinvia e Marcello Villani lo fanno qualche mese dopo. Passa il tempo e ci avviciniamo a luglio. Marcello purtroppo deve rinunciare per qualche acciacco alla caviglia, per non compromettere la PTL (350 km) che avrà ad agosto.

Partiamo tutti e tre giovedì 6 luglio (tra l'altro oggi faccio 20 anni di matrimonio, santa Lara, grazie) di pomeriggio direzione Ventimiglia. Ci fermiamo ad una decina di km dal confine dove abbiamo prenotato in un B&B. Cena a base di pizza, birra e tante chiacchiere. Qui scopro che Francesco è di un ansioso pregare incredibile, altro che “GURU”.

La mattina dopo ci svegliamo con calma, facciamo colazione e ci avviamo all’appuntamento fissato per le 10 con i pulman a Menton, che ci porteranno a Limone Piemonte, la partenza è prevista per le 17 del 7 luglio.

Arriviamo che sono le 13 e usufruiamo della convenzione con uno dei locali in centro, Gabriele e Francesco mangiano solo pasta, io preferisco assaggiare qualcosa di tipico, e mi faccio fare un trittico di assaggi dei piatti del giorno e doppia porzione di tiramisù. Naturalmente vengo scherzosamente spregiato dai due. Dopo pranzo ritiriamo il pettorale, e ci vestiamo per la gara. Manca ancora un paio d’ore allo start e ci sistemiamo su un prato all’ombra e ci rilassiamo un pò.

Alle 17 in punto lo start. Usciamo dal paese salendo un paio di km di asfalto, poi svoltiamo improvvisamente a sinistre e prendiamo un sentiero in sottobosco.

Voglio partire molto piano, il caldo è torrido nonostante i 1000 metri slm perciò

rimango appositamente incolonnato a metà gruppo dietro ad altri atleti, questa tattica spero mi aiuti a gestire il mio carattere eccessivamente competitivo, causa di alcuni ritiri e/o forti crisi

Dopo appena 5 km un primo punto acqua, mi fermo a riempire velocemente una sola borraccia utilizzata finora. Il sentiero si apre e rimaniamo completamente scoperti al sole su un sentiero che sale ripido fino a Punta Melossa a 2100 metri slm.

Su questo tratto alcuni concorrenti si fermano a riprendere fiato, e con il mio passo lento ma costante sorpasso, ma vengo anche sorpassato, poco male, la gara è lunghissima.

Bevo e mangio regolarmente alternando solido e gel. Attorno al km 15 mi fermo a riempire le borracce d’acqua buonissima in un ruscello di alta montagna, siamo a 2300 metri slm, e non credo siano inquinate queste sorgenti. Alle 20.40 sono al Rifugio Garelli, mi fermo pochissimo, mi ricarico di liquidi e basta, voglio sfruttare a pieno le ore del giorno. Proseguo in un sali-scendi continuo, a volte il sentiero è tecnico e difficile, a volte si trovano zone ben battute dove si può accelerare e guardare un po' il panorama mentre si corre.

Siamo nel bel mezzo delle Alpi Meridionali e corriamo costantemente sopra i 2000 metri. In questi luoghi ha vissuto un nostro antenato, l’uomo di CRO-MAGNON, da qui il nome della gara.

Il buio arriva e mi costringe ad accendere la frontale, ma quando il percorso lo permette la spengo, preferendo la luce naturale della luna, che fortunatamente oggi è piena e luminosissima. La sensazione è di essere un cacciatore primitivo che rincorre la sua preda durante le ore notturne.

Alle ore 23 circa arrivo al Rifugio Don Barbera km 26.7, mi avvicino al tavolo del ristoro e trovo Gabriele e Francesco in piena crisi, uno per caduta e l’altro per problemi gastrointestinali, comunque ripartono subito. Io mangio una minestrina con pasta bella calda, mi cambio i calzini e rimangio altri dolci e frutta appena prima di ripartire dopo 10 minuti di sosta.

Da qui dopo circa 6 km risaliamo fino al punto più alto della gara a 2400 metri slm passando vicino al monte Bertrand.

In questa fase di gara sono spesso solo, alterno corsa a camminata veloce. Al km 47 in località Baisse de Sanson, c’è il secondo ristoro completo, mangio e bevo a volontà e vorrei dormire una mezzora, ma appena chiudo occhio vengo svegliato da uno che vomita proprio accanto alla tenda dove dormo. Una volta svegliato in questo modo, m’innervosisco, mi alzo e riparto dopo soli 20 minuti di sosta.

Il percorso risale di nuovo e se prima eravamo sempre su sentiero stretto, ora per la maggior parte pesto forestali belle larghe. In salita cammino sempre e in discesa cerco di correre risparmiando le mie ginocchia, so che alla lunga saranno loro a pagare il prezzo più alto.

Dopo 6 km di discesa spacca gambe e le prime luci del sole arrivo esausto a Saorge. Qui rifaccio il pieno alle borracce e mi ingozzo di kinder brioss, ne mangio forse 5 uno dietro l’altro assieme a pezzi di cioccolato e nocciole.

Riparto felice, ma con la digestione a pieno ritmo. Infatti pago dazio alla salita successiva. Dal km 68.8 al km 80 con un 600 d+ impiego 2 ore e 40 minuti.

Arrivato a Breil, base vita, mangio un bel piatto di pasta e bevo una birra mi cambio di nuovo i calzini, e aggiungo una borraccia da ½ litro alla mia dotazione, arrivando così a 2 litri disponibili. Nel mentre sto per ripartire vedo arrivare Francesco, che mi aveva precedentemente superato, dicendomi che ha sbagliato strada e che ha fatto circa 4 km in più.

Decido di non aspettarlo e riparto. Sono le 10 e mezzo circa e il caldo è veramente micidiale. Il sentiero che imbocco sarebbe tutto da correre ma non ce la faccio e alterno la camminata, e quando lo faccio bevo in continuazione.

La salita prima del paese di Piene Haute (km 88) mi mette veramente alla prova, devo fermarmi spesso a rifiatare per diminuire la sudorazione. Arrivato al centro del paese mi immergo sotto la fontana e bevo a volontà.

Da qui fino a Sospel (km 98) è tutto corribile e per un po' riesco a farlo bene, e recupero 9 posizioni. Sotto il tendone mi faccio servire thè freddo e anguria ghiacciata. Mangio anche qualche pezzo di crostata, ma non va giù e per farlo ci butto dietro altra anguria. Ho i piedi che bollono e il corpo ha bisogno di riposo, decido di levarmi le scarpe e calze e di dormire nel prato difronte al ristoro all’ombra di un bell’albero. Dopo 20 minuti mi sveglio riposato e pronto per l’ultima tappa 16 km e 1000 metri D+.

La prima parte della salita è su asfalto e poi forestale. Mentre salgo cerco sempre l’ombra evitando di stare in mezzo alla strada al sole. Dopo poco la forestale di trasforma in sentiero molto ripido. La sudorazione è elevatissima e un paio di volte mi sono letteralmente buttato a terra per evitare lo svenimento o colpo di calore. I km sembrano non passare mai, cerco di distrarmi il più possibile. Mi fisso nella testa “4 birre”, questo sarà il mio mantra fino alla fine della gara. “4 birre” Pietro sono quelle che ti meriti per questo calvario. Soffro, ma questo “4 birre” in testa mi mette il sorriso. Mentre raggiungo un corridore mi scappa detto a voce alta, “Come dici amico?” “No, niente. Mi dicevo 4 birre, sono quelle che mi scolo quando arrivo a Menton” “Ben detto, amico”.

Appena prima dell’ultimo ristoro al km 108 mi sorpassa in discesa il primo della gara da 35 km. “4 birre” Pietro. Mangio e bevo quello che il corpo mi permette di mangiare senza avere la nausea, e riparto per gli ultimi 200 d+. Dai dai…..“4 birre” Pietro.

Arrivo al Passo Berceau e mi fiondo in discesa. “4 birre” Pietro. Dopo poche centinaia di metri su un sentiero sassoso e molto scivoloso le mie ginocchia chiedono già pietà. Rallento e cerco di tenermi per altri tratti più corribili, scendo camminando.

A Castellar (km 111) inizio a correre, voglio queste “4 birre”. Sorpasso un altro concorrente, e altri della gara corta mi sorpassano. Provo a seguirli, ma non riesco.

Arrivo a Menton “vecchia”, scendo gli scalini godendomi il saluto di quelli che incontro, faccio il sotto passo “à la plage” visto tante volte in foto e nei video. Corro gli ultimi metri applaudito da tantissima gente e fermo il crono in 26 ore e 46 minuti, 52 esimo su 81 arrivati e 183 partenti.

Appena dopo l’arrivo, senza fare la doccia, mi dirigo al “pasta party”. “4 birre”. “hei come dici amico?” “No nulla, dove le danno le birre qui dentro?” “La in fondo al bancone”.

Mangio un piatto di pasta, bevendo 1 birra fresca. Mi calmo un attimo e mi ripiglio.

Vado a fare la doccia con calma e mentre guardo il cellulare, scopro che Gabriele si è ritirato al km 80. Appena cambiato e profumato lo chiamo, e ci diamo appuntamento al ristoro. Mi dirigo a “riscuotere” le altre 3 birre che mi spettano, ma queste le bevo in compagnia di Gabriele e Francesco.

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Tags: Trail, Leoncini

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