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UTLO 2019 UN TRAIL EPICO di Alessandro Tonelli

Mi piace raccontare ma non scrivere, però per questo trail devo fare sicuramente un’eccezione.
Piccola premessa : è circa un paio d’anni che mi impegno in questa disciplina che mi ha stregato nel vero senso della parola dopo una vita passata tirando calci ad un pallone.
Poi,  un grave infortunio mi ha fatto appendere le scarpe al chiodo. Ma non definitivamente ho solo cambiato modello.
Malgrado l’infortunio, devo essere sincero,  la mia vita nel mondo dello sport è stata davvero fortunata.
Infatti quando si parla di “squadra” posso dire di essere appartenuto e di appartenere a un team dove lo spirito dello sport viene esaltato in tutte le sue componenti.
Questa breve prefazione ci voleva perché ho 56 anni e questo dimostra che non è mai troppo per tardi iniziare una nuova attività.
Una vita da mediano come dice una famosa canzone quindi il fiato non mi è mai mancato.
Ma veniamo alla UTLO.
Un acronimo che io ho modificato in :
Uniti (nel)
Trail ( della )
Lunga
Odissea
Perché alla fine di questo si è trattato.
Il viaggio.
Circa 300 km di distanza mi dividono dal lago d’Orta. Le previsioni meteo sono pessime sia prima, che durante e dopo la gara.
Questa volta sono perfette non sbagliano di  una virgola.
La pioggia sarà una compagna inseparabile:  lungo l’autostrada, al ritiro dei pettorali, a cena , al ritorno al bed and breakfast, alla mattina appena sveglio, lungo i 34 km del percorso, in attesa al traguardo dei miei compagni, sia della lunga da 60 km che della “corta” da 34 km.
La sera prima della gara, come nella perfetta tradizione dei Survival Trail Runners si cena insieme.
Chi opta per i carboidrati chi per le proteine ( i carboidrati sono  comunque in comune per tutti con dei gran boccali di birra ; non voglio mettere sul banco degli imputati  l’eccezione alla regola). L’atmosfera come al solito è allegra e rilassante.
Per tutta la settimana Riccardo mi ha tormentato con il suo tempo fatto l’anno prima sulla 34 km di cinque ore e 39 minuti. Sottolineando che gli ultimi chilometri li aveva fatti scalzi causa la rottura dei suoi sandali ( È un accanito minimalista ).
Mi dice che non posso fare di più, ma io guardando in faccia la realtà,  so che l’ultima corsa molto simile a questa, l’ho chiusa in oltre  sei ore ( Hannibal Sky Race ).
Ok Scommettiamo.... indovinate cosa ?
Ma una birra è  ovvio !!..... nella mia testa già gliela offro volentieri.
Si rientra alla base : preparo meticolosamente l’equipaggiamento per domani, mi bevo come ormai abitudine una bella tisana rilassante e punto la sveglia.
Una volta avevo paura di addormentarmi, ora con l’avanzare dell’età ci si sveglia sempre prima e sono contento di questo, così potrò vedere la partenza  dei miei amici della 60.
Arrivo alle otto ad Omegna  ( pioveeee ); i miei amici sono già lì trepidanti con gli occhi che brillano, eccitati... per il via che sarà di li a poco.
Foto di rito e smarcamento del chip.
10..9..8... bum PARTENZA ! Forza Carlo ! Forza Gabriele ! Forza Luca ! Forza Pietro! Forza Riccardo !!
Li incito  al loro passaggio e con il mio ombrello mi avvio verso un riparo, mancano ancora 2  ore al via del mio Trail.
Ho scordato il mio latte di soia con proteine e i fichi secchi con mandorle e miele ( una buona dose di energia prima del via ). Eh pazienza....
Attingo allora alle mie scorte alimentari mangiando poco prima del via 4 bei datteri.
Intanto mi raggiungono Alessandra, Caterina e Ivan ( i miei compagni della 34 ).
Ore 11 si parte !!
Guardando il tracciato so di già che i primi 16 km saranno di sofferenza estrema sia per il terreno motoso come dicono i miei amici toscani ( pieno di fango ) sia per il dislivello che è concentrato in questo tratto.
Causa l’estrema scivolosità del terreno nei primi 10 km rischio di essere infilzato seriamente almeno 4 volte dal popolo dei bastoncini.
Ho una mia teoria personale nel loro uso, nel senso che se il grosso del dislivello è concentrato nei primi km ne faccio volentieri a meno perché fisicamente sono ancora fresco. Mentre sono utilissimi in una fase finale di gara dove devi affrontare magari salite impegnative.
Non conoscendo il tipo di fondo non immaginavo  di dover arrancare a quattro zampe in molti tratti.
Mi impegno, scivolo, cado con la mia bella divisa giallo flu nel fango .... le mie scarpe però tengono alla grandissima ( Salewa ) e mi permettono di arrivare al Rifugio Sacchi in 158^ posizione assoluta su oltre 540 atleti.
Roba da non credere.... guardo l’orologio ... oddio forse riesco ad avvicinarmi al tempo scommesso.
Sono carico come una molla perché so’ che sta per arrivare la discesa dove solitamente do il meglio di me stesso.
Supero inizialmente una ventina di persone...le gambe girano a mille. Km 22... km 23 via via !!
Iniziò a sognare... vuoi vedere che a questo ritmo mi avvicino ai primi 100 ? ...poi al km 24 sento qualcosa al ginocchio....noooooo... ti prego... inizio a pregare perché il mio sogno non si spezzi.
Stavo andando forte forte ( per i miei parametri si intende eh.... ) ed ecco comparire come nei peggiori incubi il sintomo di un dolore alla bandelletta del ginocchio ( era da più di un anno che non compariva ). Purtroppo o per fortuna ho imparato a conoscere meglio il mio corpo facendo questo sport.
Ma dico.. proprio ora.... DANNAZIONE !!
Iniziano piano piano a superarmi, mentre in alcuni tratti molto verticali di discesa il dolore è insopportabile.
E giù moccoli e imprecazioni varie... guardo però il lato positivo e non mi abbatto. Nei tratti pianeggianti pur non andando al mio solito ritmo riesco a corricchiare.
Ok mancano ora 4 km circa, il cielo inizia ad imbrunire ma il morale è tornato buono perché sono convinto di poterla terminare.
In tutte le gare quando inizio a vedere una discesa sono felice come un bambino perché sono portato a quel tipo di percorso ora invece la guardo preoccupato.
Scendo dal sentiero e gli ultimi due km sono su strada in piano.... finalmente.
Il lago che avrei dovuto vedere dalle montagne in tutta la sua magnificenza ( ma purtroppo causa nebbia reso invisibile ) mi si para davanti all’improvviso come un miraggio.
Dal nervoso non avevo nemmeno più guardato l’orologio.....
Vedo poi un cartello che indica finalmente gli ultimi 500 metri... mi viene da guardare l’orologio.... 5h35.....cosaaaaaa ?
Oddio posso farcela ( !!!! ) mi dico e tiro come non ci fosse un domani , ricoperto di fango... 5.36....5.37.....5h38m30s ..... taglio il traguardo... penso a Riccardo.... penso a quando ho incontrato lui è il Gruppo Survival per la prima volta al Trail del Goffo dei Poeti.... un incontro che in qualche modo mi ha cambiato la vita.
Grazie ragazzi per avermi dato questa magnifica opportunità e di farmi vivere queste bellissime esperienze.... ve ne sarò sempre grato.
Poi alla fine  ho riabbracciato tutti a tavola, logicamente il mio posto preferito dopo il bosco.
Beh questa è stata una corsa che mi ha trasmesso delle sensazioni molto forti.
Forse domani il 5 e il 38 me li giocherò al lotto come mi ha consigliato qualcuno.
Con Riccardo e gli altri ci vedremo presto e quella birra che mi offrirà, sarà una delle più buone in assoluto ( io sono un po’ pignolo sulla qualità della birra 😂 ... ma sicuramente mi accontenterò anche di quelle che beve lui di solito  ) perché  mi ricorderà questa bellissima avventura.
"Tonno" membro dei Survival Trail Runners 💛🐗🖤 

 

Tags: Trail

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