Ci sono quei giorni in cui tutto è perfetto, e che si mettono nel cassetto dei ricordi, come giorni particolarmente piacevoli. Nascono dal chimismo di tanti fattori che girano tutti assieme in modo perfetto: il meteo, il programma, i fuori programma e soprattutto i compagni di viaggio che fanno sì che il tutto di trasformi in qualcosa di perfetto. Oggi è uno di quei giorni! Condizioni meteo da urlo, giro programmato veramente molto bello...ma il 167, scelto come variazione sul programma appena iniziata la discesa, è stato un concentrato di sentimenti di timore, sorpresa, gioia. E poi il compagno di viaggPietro Leonciniini, beh Pietro è Pietro...siamo due matti! Poco da aggiungere... Ci siamo trovati sì in situazioni di pericolo, in cui l'adrenalina si tagliava a fette, ma abbiamo vissuto dei momenti che non hanno prezzo. Paesaggi meravigliosi, in certi frangenti sembrava di essere in viaggio con Frodo (Signore degli anelli). Il silenzio assoluto. Capre al pascolo libero in altura. Profumi. Colori. Cadute. Discese a slittino sul paleo. Altri viandanti. Adesso che riguardo le foto e preparo il filmino by GoPro, ho il magone perché è già tutto finito. Pietro prepararmi un'altra dose!
Ultimo viaggio del 2016. Finiamo alla grande, regalandoci una vetta che mancava all'appello: il Sumbra. Ci godiamo a tutto tondo alcuni nuovi sentieri, una cresta bella ed emozionante (Cresta del Vestito), e altri scorci di un paesaggio tanto bello quanto impossibile da descrivere...il tutto racchiuso in una ennesima giornata con meteo da incorniciare. Ci godiamo soprattutto la nostra Amicizia, che poi è la cosa più bella perché è quella che da un senso ed un sapore particolare a tutti questi nostri viaggi, consapevoli entrambi che senza quella, difficilmente avremmo vissuto certe emozioni. Via, sù...per una volta fatemelo ringrazià il Pietro Leoncini (...una volta sola è, sennò ci prende gusto). La speranza è che il 2017 ci possa regalare altre nuove ed emozionanti avventure, e soprattutto tante Birre!!! Si starà a vedé! Una cosa è certa però, che anche per il prossimo anno noi ci siamo...
SUT (Stupidi Ultra Trail) fatto. Che un s'era normali io e quell'altro, di cui spesso non ricordo mai il nome...a sì Pietro Leoncini, già si sapeva. Però la situazione, almeno, agli occhi degli altri, sta peggiorando... Visto che si era organizzato una cena con capodanno dall'Ulisse a Seravezza, l'altro, un pochino per ruzzo e molto seriamente proponommi di tornare a Pisa a corsa, ovviamente via monte. Potebbi io rifiutare? giammai! In meno che non si dica, eravamo già a definire i dettagli del progetto..orari, sentieri, Km, logistica, illogistica, ecc., etciu... Deh, si godeva già al solo penZiero. Sgranellando per bene il tracciato, sembrava oggettivamente meno lungo, difficile e pretenzioso di quanto un primo approccio superficiale alla Traversata dei Briai lasciasse supporre. Anche meno di 60Km in totale..cosa vuoi che siano...partenza da Capriglia, si percorre tutto il sentiero n.3 passando da Farnocchia, San Rocchino, Foce di Grattaculo, Foce del Pallone, Foce del Crocione, sentiero 101 fino a Passo del Lucese, Si scende a Fibbiano e da li in qualche modo raggiungiamo Ripafratta, errando per presunti sentieri di cui avevamo letto in antichi manoscritti del III° secolo D.C., alternandoci a tratti di Via Francigena e Piste Ciclabili...da Riparfatta a San Giuliano è prassi. Questo era il progetto. Ma si sa, non tutte le ciambelle riescono con il buco. La serata da Ulisse va alla grande, ci divertiamo un sacco. Io e coso lì, come si chiama...il Leoncetti, Leonini...Leoncini, da atleti modello, ci limitiamo nel beve e nel mangiare. Intorno alle 1:00 lasciamo il locale e Santa Lara ci accompagna fino quasi a Capriglia...quasi, perché ovviamente noi ci facciamo lasciare 3-4Km prima del paese, almeno facciamo un po di salita bitumosa per scaldarci. Troviamo il sentiero e partiamo. E' battuto bene, e si sale tranquilli. Mano a mano che saliamo e abbandoniamo le luci del paese, iniziamo ad apprezzare la bellezza della serata. Le stelle sono tante, milioni di milioni...scorci paesaggistici da urlo. Il temuto freddo non c'è, anzi, l'aria è perfetta per correre. Pensiamo che i nostri commensali son già a letto, ma che noi siamo più fortunati di loro. Arriviamo ad un bivio...zona attrezzata con tavolini, panchine, Icone varie di Santi e Martiri. Proseguiamo sul 3 oppure sul 3A? Il 3A sulla mappa del GPS non c'è, quindi...quindi facciamo quello, ovvio. Dopo poco ci ritroviamo in ascesa libera dentro la macchia a cercare delle fettucce scolorite risalenti sicuramente al secolo scorso. Ma ci danno fiducia, anzi questa cosa poco conforme ci piace e proseguiamo. Più per fortuna che per bravura...anzi direi per fisica, visto che salendo, prima o poi si trova la cima...arriviamo in vetta al monte Ornato. Una vista fantastica...stelle come fosse sabbia sopra di noi, e un tappeto di luci da antropizzazione a valle. Ok ora scendiamo. Leonciotti imbocca deciso il sentiero. Guarda che è quello da cui siamo saliti , ni faccio notare. Nooo, seeee. Ti di'o di sì. Allora torniamo in vetta, perlustriamo, chiediamo alle stelle, ma alla fine ce la giochiamo a sasso, carta e forbici: era il sentiero da cui eravamo saliti. Ma c'era solo quello. Quindi dobbiamo tornare da dove eravamo arrivati. Al solito scendiamo nella macchia cercando fettucce del 1800. Siamo tornati quasi nuovamente alle panchine che vediamo alla nostra sinistra il 3A. Tonfa panaia! Abbiamo si perso più di mezz'ora, ma ne è decisamente valsa la pena. Il sentiero è bello, si percorre bene. Una sola puntualizzazione: il 30% degli alberi è in posizione orizzontale, anziché nella tradizionale posizione verticale in cui siamo abituati a vederli. Quelli che troviamo a mezza altezza, il Leonciotti ci passa di sopra e io di sotto...chissà perché? Il Garmin di Pietro fa notare che abbiamo percorso i primi 10Km in 170 minuti. Ecco, ad oggi, ma credo per l'eternità, rimarrà il dubbio di come sia stato possibile. Tre ore per fare 10Km? Cosa è successo che non ricordiamo? La teoria più plausibile è quella di un rapimento da parte degli alieni. Proseguiamo. Il bosco si fa fitto...si sentono diversi animali vicini vicini...urliamo, suoniamo trombe, ci armiamo con lo spray al peperoncino. Quando sentiamo due o tre cani abbaiare e venire giù dal monte nel buio..beh, io un accenno di defecatio in mutandis l'ho avuto. Il passo è più lesto, c'è meno salita. Farnocchia dorme. Finalmente arriviamo a San Rocchino, e da li conosciamo. Da lì usciamo dal bosco boscoso. Si incominciano ad intravedere le prime sfumature dell'alba. Cominciamo a salire nuovamente con il sentiero che ci porterà a oltre1200m s.l.m.. Scolliniamo proprio quando il solo inizia a sorgere. Certe cose non hanno prezzo, per tutto il resto c'è MaserCard. Da favola...mi sento Peter, ma invece di Heidi con me c'è Piter. Fate vobis. Intanto il Piter si cambia i calzini.Siamo un po in ritardo sulla tabella di marcia. Avevamo in programma anche l'assalto alla vetta del Prana, ma tra anda e rianda ci vuole almeno un'ora e mezzo. Quindi saltiamo. Proseguiamo come treni fino a Passo Lucese. Qui ritroviamo il bitume e con esso finisce la parte del percorso a noi nota. Qui inizia il difficile. Il gioco consiste nell'arrivare a Fibbiano percorrendo meno bitume possibile. Le cartine di carta non ci sono di aiuto. le mappe gps non hanno questa zona. Non c'è segnale internet. Le cavallette ci assalgono. Improvvisiamo, facciamo e sfacciamo sentieri o tracce presunte tali, chiediamo anche a persone del luogo, proprio come usava una volta. Anche se bitumato, ci ritroviamo a percorrere un sentiero CAI. Ma ora abbiamo fame, la tagliata e il cinghiale li abbiamo digeriti. Ogni 2Km troviamo un cimitero, ma bar nemmeno uno. Sarà un segno? Qualcuno vuole dirci qualche cosa? Alla faccia loro troviamo e imbocchiamo la Via Francigena. Non è un bel tratto, ma questo è. Troviamo una discesa che si fa correre. Ma anche cadere. Faccio un bel volo...mi va anche di lusso. Risiamo sul bitume, comincia a fare caldo. Corriamo di buon passo, incontriamo flotte di ciclisti. Torrenti. Cimiteri. Case. Ma bar no...Finalmente arriviamo a San Macario. Il Bar. Ricca colazione, offre lui, relax e compiacimento. Ormai l'ora è tarda, abbandoniamo l'idea di tornare fino a Pisa. Preferiamo mangiare a casa con le famiglie. Quindi richiamiamo Santa Lara per venirci a riprendere in zona Ripafratta. Chiudiamo la SUT con 9:30 minuti sulle gambe. Km percorsi poi non tantissimi...44. Esperienza veramente bella, che senza il mio ammmore non avrei mai potuto fare. Boia deh, mi tocca ringrazziallo un'altra volta. Poi si monta la testa. Siamo un po matti, ma è il nostro bello! Stay Tuned, next time, bai bai
Sabato 2 luglio 2016 ore 16:00 partiamo da Equi Terme con destinazione San Giuliano Terme. Il pomeriggio è molto caldo e dopo aver riempito le borracce ad Equi, imbocchiamo il sentiero CAI 192. Ci aspetta subito una bella salita con oltre 1000m D+ che ci porta prima sui bellissimi prati dei P.gi Baldozzana e poi sulla suggestiva Cresta di Capradossa. Quindi imbocchiamo il 187 che ci fa scendere fino al rifugio Donegani dove non ci facciamo mancare una birretta di rito. Al campeggio poco più avanti troviamo una fontana da cui poter fare acqua. Imbocchiamo il 178 e risaliamo in quota. Passo della Focolaccia e via su sulla Tambura dove ci aspetta un vento fortissimo ed un tramonto suggestivo che solo le Apuane possono regalare. Peccato che il meteo comincia a rovinarsi. Il forte vento ci ghiaccia il sudore addosso costringendoci a coprirci molto. Sui versanti coperti dal vento invece fa molto caldo e siamo costretti a spogliarci nuovamente. Scendiamo dalla Vandelli per poi risalire al Passo di Sella. Sulla salita io mi prendo una bella congestione, con tutte le conseguenze del caso. Arriviamo con molta sofferenza ad Arni dove speriamo di poter trovare un ristoro per alcune ore e superare il momento di difficoltà. Ma come ci dice una ragazza del luogo...abbiamo sbagliato posto! Non c'è nemmeno un bar...appena il tempo di capire dalle urla degli abitanti che l'Italia è stata eliminata ai rigori dalla Germania, mangiamo un boccone, riempiamo le borracce e dobbiamo ripartire...il sudore raffreddato dal vento ci fa venire freddo. Affrontiamo la notte sempre in mezzo alla nebbia ed alla solita alternanza di vento ed afa. Abbandoniamo Arni, proseguendo sul bitume. Andiamo a prendere il sentiero 10 che ci porterà a Campanice. Qui ci buttiamo sul prato e dormiamo una mezz'ora. Ripartiamo verso Fociomboli prima e rifugio Del Freo dopo (sentiero 129). Ci fermiamo per mangiare un boccone e fare il pieno delle borracce. Ripartiamo ed imbocchiamo il 125, poi 110 e 109 fino al Rifugio Alto Matanna dove ci aspettano i cani chiacchieroni. Il Bar è ancora chiuso. Sono le 6:30 del mattino. Pietro fa un microsonno appoggiando la testa sul tavolino. Ripartiamo scortati da uno dei cani indigeni, che ci fa strada in mezzo a mucche e cavalli. Finalmente imbocchiamo il 101 che costeggiando il Matanna prima e sfiorando il Prana dopo (ma essendo immersi nella nebbia, non abbiamo potuto godere di nessun paesaggio) ci conduce fino al Passo del Lucese, dove ad attenderci troviamo, oltre ad una leggera pioggerellina, uno dei membri della "recuperodeficenti s.r.l.". Decidiamo di fermarci quà perché non stiamo bene, il meteo non è dei migliori e tra pochi giorni ci attende una gara molto impegnativa. Sommando tutte le variabili decidiamo che non ne vale la pena. Il Viaggio Terme - Terme è solo rimandato...
Grotta dell’Onda 13/12/2015 A come Apuane. Ebbene sì stamattina ci siamo spostati in questo meraviglioso mondo. Partenza da Pisa ore 6, sotto una bastarda pioggerella, arrivo a Casoli alle 6.40 sotto una bastarda pioggerella. È buio pesto. Ma cosa vedo? Due scemi che imboccano il sentiero 2-112. O chi sono? Ops, siamo noi ๐.Iniziamo a salire, il buio è rotto dell'unica luce che abbiamo, il silenzio invece dai torrenti che attraversano il bosco e dalle innumerevoli cascatelle che fanno lungo il loro percorso. In lontananza si sente un gufo che gufa. Il paesaggio è veramente fiabesco e prima che l'alba ci permetta di procedere senza luce, incontriamo due bellissime salamandre gialle e nere. Già queste ci ripagano il sacrificio di questa mattina. 50 minuti e siamo alla grotta dell'onda, imponente e suggestiva. Non c'è ancora molta luce, quindi facciamo un giro veloce, qualche foto e ripartiamo verso il Matanna. Salendo verso i 1300 metri della cima, il paesaggio non è quello che ci aspettavamo fatto di scorci mozzafiato. Non è peggiore, è semplicemente diverso, c'è nebbia, vento e freddino. Molto fiabesco, e allora le cacatine più piccole che troviamo lungo la via diventano quelle dei folletti. Quelle più grandi sono sicuramente di renna. Azz, Babbo Natale è passato di qua! Seguendo le impronte delle renne perdiamo il sentiero che ci porta in vetta al Matanna. Allora ci arriviamo a modo nostro. Un folletto in vetta ci dice che Babbo Natale è diretto al Procinto. Allora giù a rotta di collo dal Matanna fino a ritrovare il n.5. In prossimità del Procinto siamo tentati dalla ferrata...ma solo per le foto. Finalmente troviamo il ponticello suggestivo da cui entriamo sull'anello che circumnaviga il Procinto. Il giro è veramente suggestivo. Terminato, iniziamo il rientro. Incontriamo il rifugio Forte dei Marmi. Siamo tentati dal gozzoviglio, l'ambiente è veramente natalizio. Ma noi siamo insensibili e tiriamo dritto. Arriviamo a San Rocchino, dopo poco troviamo l'asfalto! Iniziamo a sudare, le scarpe fumano, sul viso ci spuntano brufoli ovunque! da lì quindi l'improvvisazione per tornare alla macchina, senza calpestare asfalto, prende il sopravvento. Attraversiamo proprietà private, giardini, aie, inventiamo sentieri che non esistono dentro al bosco. Ci attacchiamo anche ad un gasdotto. Ma ce la facciamo! Troviamo anche una casa in vendita e gente del loco che va a messa. Meno di un km di asfalto e siamo alla macchina! 4 ore 42 minuti di piacere! 19km ma soli 1300 D+ Alla prossima ๐ ๐ ๐ P.s. Babbo Natale non lo abbiamo incontrato...bastardo!
Siamo tre amici con la passione per il Trail ed abbiamo deciso di condividere uno spazio con tutto gli appassionati come noi per poter lasciare scritte le Nostre emozioni info@storieditrail.it